ROOTS
Storie di Comunità
Quattro cabine per cinque Artisti Urbani dedicate al tema delle Radici: un’operazione culturale basata sulla memoria storica comunitaria. Viviamo in un’epoca in cui l’accumulo di memoria sommaria tende a far svanire le informazioni identitarie di unicità della collettività, soprattutto nelle giovani generazioni. Nel caso specifico di Marconia, frazione del comune di Pisticci, il progetto vuole essere promotore, attraverso il linguaggio contemporaneo dell’Arte Urbana, di conoscenza e ricordo delle storie di libertà, di lotta, di sopravvivenza che hanno attraversato questo luogo sin dalla sua fondazione. Marconia infatti, nasce come confinio di esilio durante la seconda guerra mondiale. Qui sono stati confinati personalità del calibro di Terracini, padre fondatore della Repubblica Italiana, ci sono state storie di lotta come quelle di Domenico Giannace per il riscatto delle terre. Roots – Storie di Comunità è un progetto di Lettere Cubitali APS in collaborazione con E-Distribuzione.
MEMORIA – Antonio Poe
memoria [dal lat. memoria, der. di memor -ŏris «memore»] la funzione psichica di riprodurre nella mente stati di coscienza passati e di poterli riconoscere come tali e di localizzarli nello spazio e nel tempo.
Anno dell’era fascista 1927. Il prefetto della provincia di Matera propone due località idonee all’istituzione di colonie agricole per il “recupero” dei confinati antifascisti attraverso il lavoro. Tra queste, Bosco Salice, in agro di Pisticci. Anno dell’era fascista 1938. Il progetto prende forma. Nasce la colonia confinaria fascista di Marconia. Dalla primavera del ’39 al settembre del ’43 furono oltre 1600 le persone recluse. Tra queste, Camilla Ravera, prima donna senatrice a vita. Attorno alle questioni di genere si concentrarono gli sforzi della Ravera. «Attenta osservatrice delle condizioni di vita delle donne», come lei stessa si definì, si trovò a combattere contro le discriminazioni sociali, e quindi anche quelle di genere. Queste le radici della storia della Resistenza italiana. Le nostre radici.
LEGAMI – Thisisto
legame [dal lat. ligamen, der. di ligare «legare»] qualsiasi cosa con cui si lega o che tiene legato
Chi furono gli uomini e le donne che abitarono quegli anni? Quell’epoca ponte da una parte all’altra della storia. Thisisto si concentra sui loro volti sfumati dal tempo. Altre facce, altri occhi, che pure ci parlano di noi e, forse, ci somigliano. Vicende che da personali si fanno collettive. Sullo sfondo c’è la terra. Quella che lega e incatena e a cui, per converso, sei legato. La stessa di sempre che, ieri come oggi, chiede e prende tutto. Lacrime e sangue. Davanti, un futuro di libertà da riprogettare. Costruire legami è occasione e necessità. Svolta e riscatto. Con gli altri confinati, certo, comunisti, socialisti, popolari, ma anche e soprattutto con i contadini. Il paesaggio agricolo e quello urbano si trasformano. Nascono i movimenti di lotta, i presupposti per il superamento del latifondo.
Si lavora per la riaffermazione dei valori di libertà e democrazia.
CONFINO – Tres & Yele
confino [der. di confinare] pena restrittiva della libertà personale consistente nell’obbligo di dimorare in un luogo appartato e lontano
Strumento di repressione del dissenso da parte del regime, il confino colpì duramente le donne. Militanti politiche, ma anche zingare e testimoni di Geova. Prostitute e levatrici. Dietro l’accusa politica, venti di cambiamento da disperdere con doverosa sottomissione. Nella radicalizzazione feroce, della figura femminile, in angelo del focolare e regina della casa. Obbediente e serviente.
Tres e Yele riposizionano queste figure al centro, riconsegnandogli una perduta spazialità. Un ruolo da protagoniste tra i capitoli di una Storia che ne ha fatto, troppo spesso, e colpevolmente, note a piè di pagina dei loro uomini.
.
FRANCESCA – Davide Dpa
Francesca è una giovane donna con la passione per la musica. Non un hobby, ma un percorso di vita ben preciso. Una libera scelta.
Ed è proprio la possibilità della libera scelta che Davide Dpa sottolinea in questa opera. La scelta di un futuro tracciato da e per noi stessi. Tutti esclusi.
«Ci ridarà, il fascismo femminile, la donna che ci abbisogna: custode della casa e degli affetti, incitatrice alle nobili opere, coniatrice nel dolore, madre dei nostri figli». (A. 11, n. 11, 1 giugno 1933) Poi le lotte. L’emancipazione e la rivendicazione dei propri diritti. La contezza di essere poiché tali e non perché di qualcun altro. Al contrario di come affermava Gentile nel ’34: «nella famiglia la donna è del marito, ed è quel che è in quanto è di lui».
Francesca è una giovane donna che ha fatto la sua scelta. Il punto a cui tendere? È che ogni giovane donna possa fare la propria.